“Questo periodo di quarantena ha cambiato molte abitudini, per questo ho deciso di intervistare professionisti in diversi settori e farci raccontare qualcosa che puo’ tornarti utile. se hai idee su chi intervistare, scrivimi da qui.”
In questo momento di grande tensione a causa del Coronavirus, le emozioni e i comportamenti delle persone sono cambiati in modo inaspettato e radicale.
In particolar modo per tutte quelle persone che si sono trovate a metà strada. Quelle persone che prima del “lockdown” hanno venduto casa senza poi aver avuto la possibilità di poter scegliere e confermare la casa nuova a causa delle restrizioni sugli spostamenti.
Quelle persone che devono organizzare il trasloco ma non hanno certezza dei tempi e dei modi, si ritrovano a convivere con scatoloni ovunque e mobili semi- smontanti. Quelle persone che sono in attesa della riapertura dei cantieri per poter aver accesso alla casa nuova e che si trovano tra l’incudine e il martello.
Da una parte il pressing dell’acquirente della “vecchia” casa che non ha più tempo e non può più aspettare, dall’altra con la casa nuova non ancora pronta e l’incubo di non sapere come fare. Per chi è abituato ad aver tutto sotto controllo con largo anticipo, pianificare ogni dettaglio, non saper come e quando poter affrontare un cambiamento così importante come quello della Casa può creare grossi disagi.
Nell’ultima settimana ho ricevuto diverse chiamate da clienti che manifestavano i primi segni di preoccupazione, paura, ansia e insonnia notturna.
Tanti pensieri, la mente che viaggia senza poter trovare risposte concrete. Scenari mentali apocalittici, la paura del contagio e l’angoscia che non sarà mai più come prima.
Clienti che più che soluzioni, da me cercavano consigli e una parola di conforto, qualcuno che li abbracciasse virtualmente dicendo loro “tutto si sistemerà per il meglio, tra poco potrete andare a vivere nella vostra nuova casa”. Il trasloco di per se è la terza causa di stress psicologico tra i life-event traumatici per la persona. Infatti la letteratura scientifica parla di indebolimento psicofisico della persona e di disorientamento esistenziale (Selye, 1984). Il Coronavirus è un grande amplificatore. Come fare per evitare il tracollo emotivo e psicologico?
Intervista al Dottor Paolo Caglio, psicologo psicoterapeuta
Ho chiesto al dottor Paolo Caglio, psicologo psicoterapeuta, qualche consiglio per chi in questo momento si trova a dover cambiare casa ma anche per chi vive la quarantena con preoccupazione, ansia e attacchi di panico.
Esistono diversi approcci in psicoterapia, qual è il tuo modo di lavorare?
Sono specializzato in psicoterapia breve integrata dinamica e cognitiva. Senza immergerci in tecnicismi, significa che nella fase di consultazione iniziale si lavora insieme al fine di individuare il focus della difficoltà che si sta incontrando nella propria vita. Sulla base di questo identifico le modalità di aiuto maggiormente efficaci e rapide.
Quali emozioni possono nascere in questo momento di allerta?
Possono nascere diverse sfumature di emozioni. È ragionevole provare preoccupazione, siamo di fronte ad una situazione totalmente nuova ed inaspettata per chiunque, di conseguenza ci si sente impreparati e percepiamo ansia.
L’ansia è un’emozione che da sempre accompagna l’uomo, è un segnale indispensabile per metterci in allerta ed attivarci per trovare possibili soluzioni. L’emergenza coronavirus tuttavia non ci permette immediate soluzioni, pertanto restiamo in sospeso a contatto con la condizione di ansia.
È presumibile percepire impotenza, che, se vissuta per un tempo piuttosto lungo, può portare anche a stati d’animo di tipo depressivo, in cui le energie vengono a mancare, si fatica a trovare motivazione e senso nelle mansioni della quotidianità. È possibile vivere anche rabbia, derivata dalla frustrazione legata alle limitazioni che dobbiamo rispettare.
Sono emozioni fisiologiche nel contesto di emergenza attuale, occorre imparare a gestirle e tollerarle; diventano fonte di problema se l’intensità percepita resta molto intensa per diverso tempo.
Come è possibile imparare a gestire queste emozioni?
Iniziamo con il dire che non esistono emozioni giuste o sbagliate, possiamo solo percepire ed accogliere l’emozione che spontaneamente sentiamo.
La capacità di gestire emozioni come l’ansia, la rabbia, la frustrazione dipende innanzitutto da come e quanto siamo già abituati a farlo nella nostra vita. Ognuno di noi ha un trascorso nel rapportarsi con queste emozioni; la prima cosa da fare è quindi chiedersi “qual è il mio modo di vivere e gestire l’ansia?”, a partire da questa domanda si possono recuperare risorse già presenti dentro di sé.
Le emozioni si fanno sentire a livello fisiologico, attivano il corpo nelle sue funzioni vitale, cuore, respiro, per fronteggiarle è importante anche allenarsi a recuperare la padronanza delle proprie reazioni fisiche, molto utili sono di conseguenza esercizi di respirazione e rilassamento.
Come prevenzione non bisogna dedicare troppo tempo della propria giornata all’ascolto di notiziari legati al coronavirus, sono momenti in cui l’ansia si genera e resta in circolazione; piuttosto diventa utile scegliere uno o due momenti nella giornata nei quali informarsi sulle evoluzioni della situazione di emergenza
Cosa può aiutare a mantenere un comportamento corretto? Quali comportamenti ci possono aiutare a gestire l’ansia?
È importante riuscire a mantenere un atteggiamento attivo; l’ansia costringe alla passività, è utile darsi dei piccoli obiettivi, identificare mansioni da svolgere.
L’emergenza che stiamo vivendo ha stravolto la nostra routine quotidiana, per molti questo comporta uno svuotamento, un estraniamento accompagnato da sensazioni di vuoto in cui si insidia l’ansia o addirittura l’angoscia.
Occorre ripristinare una sorta di nuova routine, inserendo impegni ed hobby che possano dare significato al tempo che viviamo, unita alla possibilità di dare maggiore spazio alla cura delle relazioni intrafamigliari.
È fisiologico avere oscillazioni d umore, di motivazione, occorre avere cura di sé e del proprio tempo.
Certamente coloro che sono alle prese anche con un trasloco, oppure la vendita della propria casa, si trovano di fronte ad una doppia sfida poiché il cambiamento che stanno effettuando già di per sé può attivare emozioni, attese, ansie, voglia e contemporaneamente timore del cambiamento.
Chi trasloca deve comunque anche affrontare un passaggio in cui si lascia un contesto che ha rappresentato una fase di vita con i suoi vissuti, positivi e/o negativi che siano, insieme alla rappresentazione degli scenari del nuovo contesto di vita. Potenzialmente potrebbe esserci surplus di emozioni da vivere.
Come gestire anche lo stato di isolamento e solitudine causati dall’isolamento sociale?
Anche percepire solitudine è una reazione naturale.
L’ideale sarebbe poter considerare anche gli aspetti positivi della condizione di solitudine, recuperare tempo per sé, individuare o allargare propri interessi, investire energie nella relazioni con cui viviamo.
I social possono sicuramente aiutare a mantenere una rete di relazioni, a restare in contatto, ad approfondire o riprendere amicizie. Occorre tuttavia non abusare del tempo dei social, altrimenti potrebbe esserci una reazione controproducente con incremento di ansia.
La lettura può essere un’ottima compagna in questo periodo, il consiglio è di farsi trasportare in mondi differenti da romanzi, saggi, fumetti, così da allargare lo spazio della propria mente ed evadere dalle restrizioni. Inoltre la rete offre disponibilità di tutorial di ogni tipo, film, musica.
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